ex Martinitt e ex Stelline Onlus
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Martinitt
Storia e Origini
La
nostra
Storia.
Non
si
può
parlare
degli
Ex
Martinitt
senza
citare prima i Martinitt, dai quali essi provengono
I
Martinitt
sono
degli
orfani
che
Gerolamo
Emiliani,
un
patrizio
veneto
che
aveva
rivestito
l'umile
saio
dei
frati
della
carità,
andò
raccogliendo
nelle
più
misere
strade
di
una
Milano
dolente
ed
umiliata.
Il
generoso
frate,
che
fu
poi
elevato
agli
onori
della
santità,
non
era
nuovo
a
queste
opere
di
bontà
avendo
già
fondato
ospizi
per
fanciulli,
orfani
o
abbandonati,
in
altre
città
del
Veneto
e
della
Lombardia; opere identificabili "dei Padri Somaschi".
Milano,
quando
vi
giunse,
era
travagliata
da
guerre,
assedi,
stragi,
pestilenze
e
fame.
La
città
era
contesa
da
svizzeri
francesi
e
spagnoli;
era
l'epoca
che
nei
testi
di
storia
va
sotto
la
denominazione
"delle
preponderanze
straniere".
Per
quanto
chiusa
ancora
nelle
mura
viscontee,
alle
quali
si
erano
già
abbarbicate
le
prime
case
d'abitazione,
aveva
perduto
ogni
importanza
bellica
e
difensiva
ed
ogni
giorno
sembrava
che
nuove
sciagure
dovessero
abbattersi
su
di
essa.
Erano
anni
difficili
in
cui
si
bruciavano
ancora
donnicciole
ignare,
per
reato
di
stregoneria
e,
Milano,
pullulava
di
astrologi,
impostori
ed
imbroglioni.
Tutto
dedito
alla
sua
poera
Gerolamo
Emiliani,
incurante
del
clima
in
cui
viveva
e
degli
avvenimenti
che
turbavano
la
sua
iniziativa,
ottenne
dal
Duca
di
Milano,
Francesco
II
Sforza,
il
necessario
aiuto
per
i
suoi
orfanelli.
Per
quanto
gli
fossero
offerte
sedi
più
adatte
e
decorose
egli
scelse,
come
prima
residenza
dell'orfanotrofio
maschile,
un'umile
casa
addossata
alla
chiesa
del
Santo
Sepolcro.
Sembra
che
ciò
avvenisse
nel
contestato
anno
1532.
Anno
più,
anno
meno,
l'Istituto
sorse
in
quel periodo.
Il
Patrizio
veneziano
che
ne
fu
fondatore,
accrebbe
presto
la
sua
fama
di
carità
religiosa
e
la
crebbe
in
un
momento
particolarmente
delicato
perché
erano
gli
anni
in
cui
il
Santo
Uffizio,
che
funzionava
presso
i
Domenicani
al
monastero
delle
Grazie,
aveva
molto
da
fare
per
fermare
l'eresia,
sotto
forma
di
protestantesimo
che
dilagava
scendendo
dalla
Svizzera
e
dalla
Germania.
La
sua
pia
dedizione
agli
orfani,
indusse
il
Duca
di
Milano
ad
inviargli
un
illustre
personaggio
con
una
forte
somma
di denaro.
Il
Santo
uomo,
dando
un'interpretazione
forse
troppo
personale
all'offerta,
la
rifiutò
con
nobili
parole.
Questo
rifiuto
non
offese
Francesco
II
Sforza
ma,
anzi,
lo
spronò
a
tramutare
in
un'offerta
più
opportuna
il
dono
che intendeva fare.
Saputo
che
la
casa
in
Piazza
San
Sepolcro
si
era
dimostrata
insufficiente
a
contenere
l'accresciuto
numero
degli
orfani,
si
affrettò
a
proporre
all'Emiliani
altri
edifici
più
ampi
ed
adatti.
Sempre
modesto,
il
Protettore
degli
orfani
prescelse
un'altra
povera
abitazione
posta
sulla
via
di
porta
Nuova
(ora
via
Manzoni).
Il
Duca
non
solo
la
cedette
volentieri,
ma
per
assicurarsi
che
la
nascente
istituzione
avesse
la
possibilità
di
largo
respiro,
affittò
dal
Capitolo
dell'Ospedale
Maggiore,
un
edificio
adiacente
ove
erano
ricoverati
i
bambini che si smarrivano nella popolata città.
Nelle
vicinanze
immediate
del
nuovo
orfanotrofio
esisteva
una
modesta
chiesa
che,
costruita
nel
1529,
veniva
consacrata
da
San
Carlo
Borromeo,
a
San
Martino.
Questa
vicinanza
suggerì
alla
fantasia
della
popolazione
di
chiamare
la
chiesa
San
Martino
degli
Orfani
e,
per
le
stesse
ragioni
di
chiamare
gli
orfani:
Martinitt
(Martinin
al
singolare).
È
un
nome
che,
di
provenienza
così
schiettamente
popolare,
è
loro
rimasto
e
forse
- per i buoni milanesi - rimarrà sempre.
La Storia
Martinitt
Soffermiamo
un
momento
la
nostra
attenzione
sulla
denominazione costitutiva dell'Associazione.
I
nostri
predecessori,
nello
stendere
lo
statuto
hanno
indicato
gli
scopi
ed
il
programma
della
Società
con
due
semplici
parole:
"ORDINE E LAVORO".
L'ordine
perché
raffigura
un'armonia
di
rapporti,
aventi
come
base l'equilibrio fra i diritti ed i doveri. Il lavoro perché costituisce
di
per
sé
una
fonte
di
benessere
ed
altresì
manifesta
una
rilevante
e
solida
struttura
morale
e
fisica.
Ecco
la
serietà,
ecco
la
forza
della
nostra
Associazione!
Infatti,
gli
ex
Martinitt
si
sentono
orgogliosi
di
possedere
un
forte
sentimento
di
fratellanza,
un
forte
senso
di
solidarietà,
entrambi
scevri
sempre
da
riserve
sui
loro
princìpi
o
sentimenti,
bastando
il
fatto
di
essere stato un Martinitt.
Gli
ex
Martinitt
rappresentano,
in
sintesi,
la
proiezione
nel
tempo
dei
Martinitt,
i
quali
sono
stati
guidati
"...a
condurre
a
onor
lor
giovinezza...",
con
amoroso
e
razionale
metodo,
con
virile
fermezza
e,
soprattutto,
con
l'esempio
di
educatori
di
valore
professionalmente preparati.
Poiché
l'Associazione
è
impegnata
a
mantenere
un
ritmo
di
cicliche
attività
per
trasmetterle
poi
alle
nuove
leve,
è
così
assicurato
in
questo
succedersi
di
generazioni,
il
rispetto
della
consegna
di
difendere
e
potenziare
il
prezioso
patrimonio
delle
tradizioni,
sia
degli
ex
Martinitt,
sia
dei
Martinitt,
senza
idee
preconcette,
senza
prevenzioni,
senza
discriminazioni,
bensì
con
tanto,
tanto
amore
e
buonsenso,
perché
sia
evocata
e
tramandata
la
semplice
e
genuina
gioia
che
lenisce
il
dolore
della
perdita
del
genitore,
perché
sia
fortificata
la
fede
in
un
avvenire
radioso,
perché
sia
ulteriormente
rafforzato
il
senso
del
dovere
e
di
solidarietà
che
ogni
persona
deve
sentire
verso
il
suo simile.
Le
Stelline
sono
frutto
prima
della
volontà
di
Maria
Teresa
d’Austria,
poi
del
figlio
Giuseppe
II,
altre
due
figure
come
san
Gerolamo
Emiliani
e
San
Carlo
Borromeo
concorsero
alla
nascita
di
questa
opera
di
carità.
Soppressi
i
conventi
per
problemi
finanziari,
Carlo
Borromeo
Arcivescovo
di
Milano
nel
1578
trasformò
il
convento
di
Santa
Maria
della
Stella
in
corso
Magenta
a
Milano,
in
un
ospizio
per
mendicanti,
che
nel
corso
del
secolo
successivo
fu
trasformato
in
orfanotrofio
maschile
e
femminile;
dalla
seconda
metà
del
1700
l’Istituto
venne
riservato
alle
giovani
orfane
chiamate
appunto
“Stelline”
dal
nome
dell’antico
monastero.
Questa
l’origine
della
nostra
storia.
Ora
facciamo
un
salto
di
circa
150
anni.
Siamo
al
1893,
uscite
dall’Istituto
alcune
ex
Stelline
si
resero
conto
delle
difficoltà
della
vita
reale,
capirono
che
per
lottare
contro
tutte
le
avversità,
avrebbero
dovuto
rimanere
unite,
stesero
quindi
un
programma di ”Solidarietà, Assistenza Mutuo Soccorso”.
Per
le
donne
non
vi
erano
spazi,
il
lavoro
mal
retribuito,
mancanza
di
assistenza
a
tutti
i
livelli,
difficoltà
nella
conduzione
familiare,
una
lotta
continua
senza
gratificazioni.
Queste
le
ragioni
per
cui
le
ex
Stelline
seppero
organizzarsi.
Fondarono
così
una
società
promotrice
di
programmi,
fu
un’intuizione
che
anticipò
i
tempi,
una
società
che
comprendeva
le
ex
allieve
dell’orfanotrofio
Femminile
e
degli
altri
istituti
di
Beneficenza.
Nel
1902
il
nuovo
statuto
conseguì
una
personalità
giuridica
con
decreto del Regio Tribunale Civile di Milano.
Per
le
ex
allieve
delle
Stelline
era
stato
raggiunto
un
grande
obiettivo
tutto
nella
più
completa
osservanza
delle
regole.
Venne
stabilita
una
tassa
di
iscrizione,
inoltre
vi
era
l’obbligo
per
le
socie
effettive
l’iscrizione
alla
Cassa
Nazionale
di
Previdenza
per
l’invalidità
e
la
vecchiaia.
Alla
fine
del
19°
secolo,
lo
stato
assistenziale
rappresentava
ancora
un
lontanissimo
obiettivo,
per
le
donne
nessuno
sprecava
un
attimo
di
attenzione,
la
situazione
femminile
era
fra
le
più
dissestate
e
il
ruolo
della
donna
era
inevitabilmente
relegato
nell’ambito
del
focolare
domestico.
La
società
di
MutuoSoccorso
delle
ex
Stelline
diede
avvio alla “EMANCIPAZIONE FEMMINILE”.
La
prima
sede
fu
in
via
Zebedia,
non
ci
sono
testimonianze
o
documentazioni
precise,
sappiamo
che
ci
furono
molte
idee
ed
una
partecipazione
attiva
di
tutte
le
ex
Stelline.
La
signora
Carlotta
Clerici
fu
la
prima
Presidente,
carica
che
tenne
fino
alla
morte.
Per
l’intensa
attività
ci
fu
presto
la
necessità
di
trovare
un
nuovo
alloggio,nel
1933
arrivò
l’offerta
di
una
nuova
sede
in
corso Magenta 59 messa a disposizione dall’Istituto.
Le Origini
Chi siamo noi ex Martinitt
Attualmente
l'Associazione
conta
2000
soci,
tra
ex
martinitt
e
soci
amici.
Le
attività
dell'Associazione
sono
varie
e
molteplici;
prima di parlarne, vediamo come nasce.
Il
clima
sociale,
e
culturale
è
quello
delle
nascite
delle
"società
di
mutuo
soccorso",
delle
prime
pensioni
di
vecchiaia,
della
prima
assistenza medica.
Epoca
in
cui
la
giornata
lavorativa
era
di
dodici
e
più
ore.
Nasceva
l'Università
popolare,
l'Umanitaria,
e
l'Istituto
delle
Case
Operaie,
organismi
che
hanno
permesso
l'espansione
di
Milano.
L'1
aprile
1884,
é
costituita
la
Società
"Ordine
e
Lavoro"
tra
gli
ex
Martinitt.
Da
allora,
nella
sua
lunga
vita
l'Associazione,
ha
allargato
i
suoi
orizzonti
ed
ha
promosse
tante
iniziative.
Sostanzialmente,
però,
l'intento
solidaristico
fondamentale è rimasto immutato.
Questa
sede
era
molto
più
ampia
e
confortevole,
si
iniziò
a
ritrovare
il
piacere
immenso del tempo libero passato insieme.
A
testimonianza
di
questo
grande
spirito
di
solidarietà
e
fratellanza,
nacque
nell’agosto
1933
l’idea
di
costituire
“l’”Unione
fra
le
Stelline”
che
non
si
limitasse
all’ordine
economico
e
assistenzialistico,
ma
che
abbracciasse
anche
quello
molto
più
vasto
dell’anima.
Uscì
in
quell’occasione
il
primo
giornaletto,
si
chiamava
“La
Stella”
,
si
era
così
creata
la
possibilità
di
raccogliere
le
voci
di
tutte,
i
momenti
di
gioia,
di
spensieratezza,
ma
anche
le
sensazioni
dolorose
e
gli
avvenimenti
tristi.
Unite
nella
stessa
comunione
di
affetti,
di
interessi,
di
ricordi
potevano
così
considerarsi
ancora
una
volta
la
grande
famiglia
della
Stella.
Sagge
laboriose
e
ubbidenti,
ma
capaci
di affrontare le avversità della vita.
Come
si
legge
nei
documenti
d’
archivio,
i
benefattori
auspicano
che
le
orfane
trovino
conforto
e
rassegnazione
alle
loro
condizioni
disagiate
e
stimolo
per
una
integra
condotta
morale;
Al
tempo
stesso
offrire
a
queste
ragazze
migliore
vita
economica
e
materiale;
procurare
che
guadagnino
meglio,
cercare
che
abbiano
aria,
luce,
riposo;
occorre
dar
loro
cure
e
affetto
vero,...
che
compensi
quello
ignorato
o
perduto.
Siamo
negli
anni
‘
70,
alla
Stella
si
affacciano
nuove
forme
di
bisogno,
non
più
riconducibili
solo
alla
mancanza
dei
genitori
e
a
difficoltà
economiche,
ma
a
disagi
psicologici relazionali.
Le
Stelline
respirano
i
conflitti
sociali
anche
se
all’interno
del
Palazzo,
..lo
spirito
nuovo
rompe
le
mura,
apre
le
porte,
e
le
Stelline
sono
trasferite
nelle
due
comunità
famiglia
di
via
Poma
e
di
via
Curtatone.
Le
ragazze
tolgono
i
panni
di
Stellina
e
sono
come
le
loro
coetanee
milanesi.
Il
Palazzo
che
ha
accolto
per
secoli
le
Stelline
dal
1980
è
sede
di
incontri,
di
scambi,
di iniziative culturali.
Dal
1986
si
è
costituita
la
Fondazione
Stelline
con il compito di promuovere scambi culturali.
Stelline e ex Stelline
la Storia
Il Regolamento
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